Il concorso multimediale “Può pur dirsi scuola” rivolto agli alunni delle scuole medie.

I TESTI

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Figura 1- GRUPPO PANDA COVID

Con la proposta del concorso “Può pur dirsi scuola” chiedevamo ai ragazzi delle scuole medie di raccontare, con parole ed immagini, questo “strano” anno scolastico 2020/21 suggerendo: “Nuove regole, nuove abitudini. Vicini, ma distanziati. In classe, ma talvolta on line. Un po’ di ansia, magari anche paura. O, all’opposto, un tanto di spavalderia. Com’è questo “nuovo” anno? Quali sono le cose che più vi colpiscono e che cambiano la vostra quotidianità? Un racconto per immagini per dare voce alle vostre preoccupazioni, alle vostre speranze, alle vostre osservazioni su tutto ciò che vi circonda. Pensate alle vostre giornate, osservatevi mentre vi recate a scuola, mentre partecipate alle ore di lezione, mentre vi muovete nei corridoi e vi scambiate qualche battuta. Osservate gli adulti. Che cosa è cambiato rispetto al passato? Come vi adeguate a tutto questo? E’ giusto così? Va bene così? Che cosa vorreste cambiare? Che cosa vorreste correggere? Raccontatevi…”

Sono trentadue gli elaborati pervenuti per un totale di 335 alunni coinvolti. Un fluire di voci, di opinioni e punti di vista differenti

Sono osservazioni, descrizioni, considerazioni che ci parlano della scuola a distanza della scorsa primavera e di quell’alternarsi tra presenza e distanza che è stata la scuola nel corso di questo anno.

Ci parlano degli oggetti prepotentemente entrati nel quotidiano (la mascherina, il gel disinfettante, il tampone), di regole rigide (distanziamento, igiene) che si materializzano all’improvviso, e stupiscono come se mai ci fossero state regole da osservare a scuola o come se solo queste avessero un senso.

E, ancora, ci parlano di comportamenti inusuali (con i compagni e con gli amici) che rimandano un’immagine nuova di sé. Di emozioni, mai così intense, che attraversano spazi di solitudine e di silenzio, che la tecnologia solo in parte aiuta a superare.

Vi possiamo leggere parole semplici, costrutti brevi, talvolta un po’ sconnessi. Elenchi di norme, descrizioni riccamente documentate della trasformazione degli ambienti, delle aule, dei laboratori. Riflessioni personali, pensieri espressi e sviluppati tramite la ricerca di accostamenti insoliti, ossimori e metafore, per provare a trasmettere il contrasto tra il prima e l’adesso. La scuola di ieri e la scuola di oggi.

Ci rimandano la consapevolezza della gravità del momento maturata in questi mesi. Ed anche la fiducia in un futuro sicuramente prossimo, in cui tutto questo non sarà che un lontano ricordo.

Sono testi di ragazzi che hanno voglia di potersi esprimere, che non si scoraggiano davanti alle difficoltà: ne parlano, le affrontano e cercano, con freschezza e semplicità, con ironia e concretezza, di trovare il lato positivo e un insegnamento per il futuro.

Eccone alcuni esempi: